Mortalità infantile e analfabetismo tra i più alti del mondo, estrema povertà, condizioni di vita assimilabili a quelle del Medio Evo. Questo era l’Oman degli anni ’60.
Nel luglio del 1970, il sultano Said bin Taimur, che per la verità non conduceva affatto la sfarzosa vita dei propri omologhi sauditi o degli emirati ma si opponeva a qualsiasi “infiltrazione” occidentale nel paese, viene deposto da un colpo di stato del figlio Qaboos.
Invece di diventare uno sceicco occupato ad acquistare e costruire le più inutili e pazzesche follie come i suoi vicini, Qaboos bin Said ha trasformato radicalmente l’Oman.
Varando veri e propri piani quinquennali con obiettivi ben precisi, Qaboos ha dapprima dichiarato guerra all’analfabetismo: nei primi 5 mesi di governo ha costruito 16 scuole elementari, aprendole per la prima volta anche alle bambine; nel 1980 viene fondata la prima scuola per bambini sordi e, a ruota, una per disabili; nel 1986 viene inaugurata l’Università Sultan Qaboos. E quando le cattive condizioni atmosferiche nel periodo monsonico impediscono ai bambini di isolati paesi delle montagne di raggiungere le scuole, vengono mandati in loro aiuto i soldati dell’esercito che trasformano jeep e mezzi anfibi in scuolabus.
La seconda priorità era la sanità, nel 1987 viene fondato l’ospedale Ghubra che è tuttora considerato la struttura sanitaria più all’avanguardia di tutto il Medio Oriente e nel 2000 l’Oman è salito al primo posto nella classifica mondiale dei migliori sistemi sanitari del mondo stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Infine incentivi agli investimenti stranieri e utilizzo cauto e intelligente dei proventi del petrolio hanno inoltre permesso all’Oman si consolidare un’economia diversificata. Politicamente l’Oman è una monarchia assoluta, ogni decisione spetta al Sultano che si avvale dei suggerimenti e delle analisi del Consiglio consultivo, organo eletto dai cittadini omaniti, e del Consiglio di Stato, i cui membri sono nominati da Qaboos e tra i quali su 55 vi sono 7 donne (caso unico nella penisola arabica).
Nel 2000 il Sultano ha inaugurato il “Meet the people tour”, giro dell’Oman per incontrare la gente che si ripete ogni anno ed è ormai diventato una tradizione: Qaboos si accampa in diversi punti del paese per ascoltare le richieste locali (da una nuova illuminazione stradale, alla sistemazione delle fogne o di una scuola) alle quali viene poi data una risposta in brevissimo tempo.
Questa è la storia come sta scritta nei libri e girando nei villaggi come nelle città o nei piccoli paesi di montagna si percepisce, dal benessere diffuso, dall’assenza di segni di povertà, dalla tolleranza e disponibilità della gente, che l’Oman è un paese veramente unico nel bacino mediorientale (e non solo).